PRINCIPI FONDATIVI
RICONOSCENDO I VALORI FONDANTI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA E DELLA CARTA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELL’UOMO, NOI RITENIAMO CHE SIA GIUNTO IL MOMENTO DI METTERE IN DISCUSSIONE L’ATTUALE ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA (II PARTE DELLA COSTITUZIONE). PROPRIO IN VIRTU’ DI QUANTO SANCITO NEI SUDDETTI TESTI NORMATIVI, INTENDIAMO RICORDARE CHE:
- LO STATO SIAMO NOI;
- È DIRITTO RICONOSCIUTO DALLA COSTITUZIONE CHE OGNI CITTADINO ITALIANO SIA PARTE INTEGRANTE DELLO STATO, DELLE ISTITUZIONI E DI TUTTI GLI ORGANI DI CONTROLLO DELLE STESSE.
AL FINE DI ATTUARE QUANTO PREMESSO INTENDIAMO:
- RIUNIRE LE MIGLIORI FORZE, INDIVIDUALI O ASSOCIATE, POLITICHE E NON, MA COMUNQUE LIBERI CITTADINI CHE RICONOSCONO IL FALLIMENTO MORALE, POLITICO, SOCIALE ED ECONOMICO DELL’ATTUALE “SISTEMA” CHE GOVERNA IL PAESE;
- CREARE LE CONDIZIONI IDEALI AL FINE CHE UOMINI E DONNE I QUALI CREDONO IN UN POSSIBILE CAMBIAMENTO, COLLABORINO UNITI AFFINCHÈ SI PONGANO LE BASI DI QUESTA NUOVA FORMA DI GOVERNO DELLO STATO, FONDATO SULLA PARTECIPAZIONE ATTIVA DI TUTTO IL POPOLO;
OBIETTIVI:
FAR DIVENIRE IL POPOLO SOGGETTO PRINCIPALE, QUINDI NON PIU’ IL CONCETTO CHE VEDE IL POPOLO IN BASSO MA METTE IL POPOLO AL VERTICE DELLO STATO, TRAMITE UNA NUOVA FORMULA DI PARTECIPAZIONE ALLO STATO, DIRETTA E NON MEDIATA, ORGANIZZATA IN ASSEMBLEE DEL TERRITORIO, SOCIALI E PRODUTTIVE, ESCLUDENDO DI FATTO TUTTE LE DELEGHE E LE VARIE FORME DI RAPPRESENTANZA .
LO STATO SIAMO NOI
LICEITA’ DELL’AZIONE, OBIETTIVI, CRONOLOGIA
NOI SIAMO IL POPOLO
La nostra non è una rivolta, non è una protesta, quindi noi non rivendichiamo diritti perduti o da conquistare (come tutte le manifestazioni abituali) nei confronti dello Stato, della politica o dei partiti, ma stiamo per la prima volta, in assoluto, per affermare il nostro diritto ad essere STATO in quanto POPOLO!
Quindi la questione si basa sul diritto internazionale e costituzionale.
Siamo un POPOLO e come tale abbiamo il diritto ad esercitare la nostra condizione di Sovranità,
riconosciuta dagli articoli sotto riportati, nasciamo liberi, liberamente abbiamo il diritto di unirci,
liberamente sentiamo il dovere di dissociarci dell’attuale sistema politico, non più specchio della
nostra società, ma solo apparato burocratico di controllo e di sfruttamento delle masse, per cui
liberamente abbiamo il diritto di creare la nostra forma di Governo dello Stato!
Dalla Carta internazionale dei Diritti dell’Uomo
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di
coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza
distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna
distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o
del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria
o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere
molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee
attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere
Articolo 20
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2. Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.
Articolo 21
1. Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio
paese.
3. La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa
attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Dalla Costituzione Italiana
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo
sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento
dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
O.N.U. PATTO INTERNAZIONALE RELATIVO AI DIRITTI CIVILI E POLITICI
NEW YORK 16 DICEMBRE 1966
(Ratificato dall’Italia con la legge 881/77 del 25 ottobre 1977)
Articolo 1
1. Tutti i popoli hanno il diritto di autodeterminazione. In virtù di questo diritto,
essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente
il loro sviluppo economico, sociale e culturale.
Ma oggi non è così
Il Paese è oggi governato illegittimamente da un governo eletto da un parlamento
illegittimo, come riconosciuto dalla Corte Costituzionale nella sentenza N.1 del 2014
con pubblicazione in G. U. 15/01/2014 n. 3
http://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=2014&numero=1
Il Paese sta vivendo una situazione economica-sociale e politica drammatica, che è
inutile ripercorrere su queste pagine. L’abbiamo tutti presente.
Mentre i politici e la classe dirigente di questo paese si arricchisce e continua a
perpetrare impunemente ingiustizie, tocca a noi tutti porvi rimedio.
Il sistema della repubblica parlamentare-rappresentativa ha in questi anni
dimostrato tutta la sua arroganza ed il suo fallimento. Pretendere che chi specula, si
arricchisce, chi vegeta in questo limbo dorato, fatto di privilegi e soldi facili, sia a sua
volta l’artefice del cambiamento per una più giusta equità sociale, controllo e
partecipazione allo Stato, è praticamente una stupida fantasia.
È evidente la mancanza di partecipazione reale del Popolo alle decisioni che
riguardano la vita stessa della Nazione, delle Istituzioni, dello stesso Stato. Tutto è in
mano a partiti e lobby finanziarie, che corrompono, deviano, creano leggi a seconda
della convenienza di poche persone.
È nostro diritto-dovere intervenire.
La nostra azione è esclusivamente azione di Popolo e non di singoli o di gruppi,
quindi si rifà al diritto internazionale e Costituzionale, a condizione che l’azione
stessa sia dal Popolo stesso attuata.
Se durante lo svolgere delle operazioni non è ampiamente partecipata dal Popolo,
l’azione non può essere valida in base al diritto internazionale.
Partiamo dall’inizio
1) Siamo il POPOLO, unito, senza divisioni, senza bandiere, senza simboli, senza
partiti, senza movimenti;
2) Abbiamo deciso di scacciare l’attuale classe politica, corrotta, venduta ed
illegittima;
3) Lo facciamo in base al diritto Internazionale e Costituzionale, è un nostro
diritto, così come dagli articoli sopra;
4) La nostra Azione è LEGALE e LEGITTIMA, non è violenta, ma è Autorevole,
sicura, pacifica, non è contro lo Stato, ma contro chi ne occupa
illegittimamente i posti di comando, quindi non siamo sovversivi o eversivi,
perché la nostra azione va verso una lettura più veritiera e corretta della
Costituzione;
5) Come Popolo abbiamo il diritto di disconoscere l’attuale sistema politico,
corrotto, incancrenito fino al midollo ed irrecuperabile, autore di ingiustizie
sociali ormai irreparabili;
Come Popolo è nostro dovere costruire una forma di partecipazione più vicina alle
esigenze di tutte la classi sociali e di tutti i territori. È finito lo scontro tra classi, è
arrivato il tempo del confronto aperto e partecipato. Le esigenze, le competenze,le
esperienze di vita di ognuno di noi vanno confrontate e incanalate per trovare
soluzioni di comune accordo.
L'unica forma di Governo di uno Stato, di Democrazia, in cui
crediamo, non corruttibile, vicina al Popolo, sollecita
nell'intervenire e garante dei diritti di ogni cittadino è la
forma ASSEMBLEARE, di cui le altre sono solo forme
distorte e traviate.
Solo con un Governo basato su una vera Democrazia
Assembleare si potrà avere sviluppo, pace sociale e
benessere.
COME VOGLIAMO ORGANIZZARCI
(DALL’INIZIO DELLA PRIMA FASE DI DIVULGAZIONE VERSO I PROMOTORI, FINO ALLA FINE DELLE OPERAZIONI
NELLE QUALI SONO IMPEGNATI I FONDATORI, DEFINENDO TUTTE LE FASI INTERMEDIE – LE DATE E GLI
INTERVALLI DI TEMPO RIPORTATI SONO MERAMENTE INDICATIVI).
- FINITO IL LAVORO ORGANIZZATIVO, NEL TEMPO NECESSARIO A TALE COMPITO, SI PASSA AD UN PRIMO
PERIODO ESPLORATIVO (IN PUGLIA E DINTORNI) DI 2 SETTIMANE (ORGANIZZAZIONE DI INCONTRI DIRETTI PER I
PROMOTORI DI PRIMA ISTANZA).
SI FINISCE LA PRIMA SETTIMANA DI OTTOBRE.
- A PARTIRE DA SUBITO (INIZIO OTTOBRE) CI SARANNO PAGINE VIRTUALI E COMMISSIONI PREPOSTE A CREARE
COLLEGAMENTO TRA I VARI PARTECIPANTI E PER INFORMARE SU TUTTE LE EVOLUZIONI;
- VERIFICA PERIODICA E COSTANTE, CON AGGIORNAMENTI FREQUENTI, PUBBLICATI SUI MEZZI DI
INFORMAZIONE INTERNI,DELLA PARTECIPAZIONE E DELLA DISPONIBILITÀ, DELLA DISLOCAZIONE DEI PRESIDI,
DELLE MANIFESTAZIONI PRINCIPALI (BLOCCHI CITTADINI, ECC.).
10 OTTOBRE
- DOPO AVER TESTATO A LIVELLO LOCALE IL POTENZIALE INTERESSE PER IL PROGETTO, SI PASSA
ALL’ESPLORAZIONE ED ORGANIZZAZIONE DI INCONTRI AL LIVELLO NAZIONALE;
- IN UN ARCO DI TEMPORALE DI 1 SETTIMANA PER L’ORGANIZZAZIONE E DI 30 GIORNI, SUCCESSIVI, PER GLI
INCONTRI DIRETTI, SI COSTITUIRÀ, NEL CONTEMPO, LA DIREZIONE NAZIONALE, ASSEMBLEA DI TUTTI I
PROMOTORI, E SI ELEGGERÀ IL COMITATO ESECUTIVO E DI GARANZIA (CON IL COMPITO DI GARANTIRE LA
COMPLETA CORRISPONDENZA OPERATIVA CON LE DELIBERAZIONI DELLA DIREZIONE NAZIONALE VIGILANZA E
CONTROLLO DEI COMPORTAMENTI DEI SINGOLI GRAZIE A SEGNALAZIONI RICEVUTE DAI TERRITORI, DAI
PROMOTORI ATTIVI E DALLE VERIFICHE DEGLI ISPETTORI TERRITORIALI. VIGILANZA E CONTROLLO DEI
COMPORTAMENTI DEI SINGOLI GRAZIE A SEGNALAZIONI RICEVUTE DAI TERRITORI, DAI PROMOTORI ATTIVI E
DALLE VERIFICHE DEGLI ISPETTORI TERRITORIALI).
- PREVEDIAMO UN NUMERO MINIMO DI PROMOTORI IN AREE LOCALI, NELLA FATTISPECIE SI IPOTIZZANO I
SEGUENTI NUMERI:
SICILIA 5/7- SARDEGNA 3/4 - CALABRIA 2/3 - BASILICATA 1/ 2 - PUGLIA 3/5 - MOLISE 1/ 2 -
CAMPANIA 7/9 - LAZIO 9/11 - TOSCANA 5/7 - ABRUZZI 3/ 4 – UMBRIA 2/ 4 - MARCHE 3/ 4 -
EMILIA ROMAGNA 9 /11 - LIGURIA 3/ 4 – PIEMONTE/VALLE D’AOSTA 7/9 - -LOMBARDIA
12/14 - VENETO 8/10 – TRENTINO 2/3 - FRIULI VENEZIA GIULIA 2/3.
SI RITIENE OPPORTUNO AVERE UNO O DUE PROMOTORI DI PRIMA ISTANZA PER REGIONE ATTIVI, MENTRE SI
PENSA CHE IL NUMERO TOTALE COMPLESSIVO DI 87/116 INDISPENSABILE PER AVVIARE IL PROGETTO NELLA
PRIMA FASE, CIOÈ NON PUBBLICA, MA SEMPRE DI COSTRUZIONE DI UNA OSSATURA ORGANIZZATIVA.
15 NOVEMBRE
- 2 SETTIMANE ULTERIORI PER DARE TEMPO AI PROMOTORI DI PRIMA ISTANZA PER COINVOLGERE IL MASSIMO
NUMERO DI ULTERIORI PROMOTORI, QUINDI NECESSARI PER CAPIRE SE È IL CASO O MENO DI PROSEGUIRE O
DI DARE ULTERIORE TEMPO AI PROMOTORI PER CONTATTARE ALTRI PROMOTORI CALCOLIAMO UN MINIMO DI
500/700 PROMOTORI SU BASE NAZIONALE PER LA RIUSCITA DEL PROGETTO.
15 GENNAIO
- SI RENDE PUBBLICO IL MANIFESTO (SINTESI DEI MOTIVI E DEI FINI DELLA NOSTRA AZIONE). SE I NUMERI CI
AVRANNO DATO RAGIONE E CHE QUINDI ABBIAMO IL CONSENSO DELLA GENTE, LA VICENDA DIVENTERÀ
PUBBLICA E QUINDI SI SVOLGERA’. INIZIA PUBBLICAMENTE DA PARTE DI TUTTI I PROMOTORI (DI PRIMA E
SECONDA IISTANZA) LAVORO DI COINVOLGIMENTO DELLA POPOLAZIONE PER LA COSTITUZIONE DI ASSEMBLEE
SOCIALI, DI ASSEMBLEE PRODUTTIVE ED ASSEMBLEE DEL TERRITORIO. CONTESTUALE ORGANIZZAZIONE DEI
PRIMI PRESIDI QUALI PUNTI DI RITROVO ED INFORMAZIONE PER I CITTADINI (TEMPO STIMATO 30 GIORNI).
UNA SETTIMANA DI ORGANIZZAZIONE.
VERIFICATA LA CONSISTENZA NUMERICA SUFFICIENTE DEI PROMOTORI VERRA’ INDETTA UN
ASSEMBLEA NAZIONALE DI TUTTI PROMOTORI PER AVVIARE IL PERCORSO PUBBLICO DEL
PROGETTO ATTUATIVO (CONTA E CHIARIMENTO DI TUTTI I PUNTI).
ELEZIONE DA PARTE DELL’ASSEMBLEE LOCALI DEI PORTAVOCE PER LE ASSEMBLEE A LIVELLO DI
MACROAREA (SE NECESSARIE), TEMPO STIMATO 15 GIORNI,
ORGANIZZAZIONE DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE (SIA CHE ESSA SIA COMPOSTA SOLO DAI PORTAVOCE DELLE
ASSEMBLEE LOCALI O, SE NECESSARIO, DA QUELLE DI MACROAREA) CHE ELEGGERA’ UN “GOVERNO DI
EMERGENZA NAZIONALE”.
TEMPO STIMATO 1 SETTIMANA - SI PREVEDE PER I PRIMI DI MARZO.
IL RUOLO DEL “GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE” È DI RAPPRESENTANZA
DEL POPOLO, QUINDI NON HA PIENI POTERI LEGISLATIVI O DECISIONALI NELLA
PRIMA FASE. SI TRATTA DI PERSONE CHE SONO DI RIFERIMENTO PER IL LORO
CARISMA, PER LE LORO CAPACITA’ INTELLETTUALI, DI GRANDE PRESTIGIO, DI
GRANDE SPESSORE MORALE ED ANCHE DI RIFERIMENTO DI SETTORI
PRODUTTIVI O SOCIALI DELLA NAZIONE.
IL MANIFESTO
PRIMO GIORNO
IL GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE DECRETA:
STATO DI MOBILITAZIONE NAZIONALE AGITAZIONI E MANIFESTAZIONI SU TUTTO IL
TERRITORIO NAZIONALE
Lo sciopero serve per la mobilitazione delle masse, l’intero paese viene chiamato a
raccolta, l’evento è importantissimo.
SECONDO GIORNO
IL GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE TRASMETTE TRAMITE PORTAVOCE LOCALI
DELLE ASSEMBLEE LA RICHIESTA DI DIMISSIONI IMMEDIATE DEL PARLAMENTO E LA
VOLONTA’ DEL POPOLO DI ADOTTARE UNA NUOVA FORMA DI GOVERNO AFFINCHÈ
QUESTO SISTEMA POLITICO NON PERDURI (TRASMISSIONE AL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA, DELLE CAMERE, PARLAMENTO EUROPEO, ECC.).
GRANDI MANIFESTAZIONI POPOLARI IN TUTTE LE CITTA’.
Questo passo istituzionale, serve alla legalità della nostra azione, perché in base agli
articoli sopra citati, verranno preparate una serie di lettere da consegnare agli organi
istituzionali dello Stato e Internazionali, per garantire il Diritto legalmente
riconosciuto alla nostra Azione.
TERZO GIORNO
ALLE ORE 11:00 DEL TERZO GIORNO IL POPOLO SI RIAPPROPRIA DELLE ISTITUZIONI, I
LEGALI PORTAVOCE RICONOSCIUTI DALLE ASSEMBLEE LOCALI CONSEGNERANNO A
TUTTE LE AUTORITA’ LOCALI, A PARTIRE DAI PREFETTI, L’ATTO DI AVVENUTA
DECADENZA DEL PARLAMENTO E DELL’ATTUALE SISTEMA POLITICO.
La volontà del Popolo si trasforma in Azione, le motivazioni del fallimento
dell’attuale politica, dell’illegittimità delle istituzioni, della dissociazione da parte del
Popolo e della nascita di una nuova formula di democrazia, nel rispetto della
Costituzione e della carta internazionale dei diritti dell’Uomo.
QUARTO GIORNO
IL GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE INDICE LA PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE
DI TUTTE LE CATEGORIE SOCIALI E PRODUTTIVE E DI QUELLE DEL TERRITORIO.
Si tratta di iniziare il nuovo percorso, gli uomini e le donne che hanno
realizzato il cambiamento, il Popolo intero è chiamato alla realizzazione di una
nuova forma di Stato, le loro esperienze di vita, sociali, lavorative
diventeranno Stato, la politica verrà fatta dal territorio e dalla gente.
CODICE ETICO
1)SIAMO ASSEMBLEE SPONTANEE DI CITTADINI LIBERI, NON CI COSTITUIAMO IN ASSOCIAZIONE,
NE PARTITO, NE MOVIMENTI, NE COMITATO….
2) LO SCOPO DELLE ASSEMBLEE È :
AGGREGARE ED ORGANIZZARE LIBERI CITTADINI, CATEGORIA E SOCIALI E PRODUTTIVE AFFINCHÈ
POSSANO ELEGGERE UN GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE CHE ASSIEME AD ALTRE FIGURE
ISTITUZIONALI ANDRANNO A SOSTITUIRE, IN MANIERA UMILE, ONESTA, LEGALE E
COSTITUZIONALE, L’ATTUALE APPARATO DI STATO;
3) LA PARTECIPAZIONE ALLE ASSEMBLEE NON HA VINCOLI RAZZIALI, SESSUALI, CULTURALI,
RELIGIOSI, MA NON POSSONO PARTECIPARE PARTITI E SINDACATI DI SISTEMA, CIOÈ COLORO I
QUALI SIEDONO AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE CON GLI ORGANI DI GOVERNO; POSSONO ALTRESÌ
PARTECIPARE, COME LIBERI CITTADINI MA A TITOLO PERSONALE, ANCHE TESSERATI DI PARTITO E
DI SINDACATO MA NON POSSONO ESSERE PORTAVOCE O AVERE ALTRO TIPO DI INCARICHI;
4) SI SUGGERISCE NELLE ASSEMBLEE DI EVITARE DISCUSSIONI CHE RIGUARDANO PARTITI ED
IDEOLOGIE AD ESSI CONNESSI. SI CONSIGLIA, ALTRESÌ, DI NON FARE RIFERIMENTI A PERIODI
STORICI PASSATI, SALUTARE CON MODI RICONOSCIBILI AGLI USI COMUNI A FAZIONI IDEOLOGICHE.
NON È CONVENEVOLE USARE SIMBOLI, BANDIERE, MANIFESTI E QUALSIASI DOCUMENTO
INERENTE A SCHIERAMENTI POLITICI, PARTITI, SINDACATI O ASSOCIAZIONI, AL FINE DI EVITARE
SITUAZIONI NON INCLUSIVE E PERTANTO DIVISORIE, UNICA BANDIERA AMMESSA È IL TRICOLORE
ITALIANO, COME SIMBOLO DI UNITA’ E CONCORDIA NAZIONALE, COSÌ COME PREVISTO
NELL’ARTICOLO 12 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA, INOLTRE È CONSIGLIATO A TUTTI I
PARTECIPANTI DELLE VARIE ASSEMBLEE E MANIFESTAZIONI UN FAZZOLETTO/SIMILI BIANCO COME
SEGNO DI RICONOSCIMENTO;
5) NELLO SVOLGIMENTO DELLE ASSEMBLEE O DELLE MANIFESTAZIONI CREATE DALLE ASSEMBLEE
POPOLARI, NON È AMMESSA NESSUNA FORMA DI VIOLENZA, NÉ VERBALE NÉ FISICA, IN CASO
CONTRARIO VIENE ALLONTANATA LA/LE PERSONA/E.
È FATTO DIVIETO DI PARTECIPARE, ALLE MANIFESTAZIONI INDETTE DALLE ASSEMBLEE POPOLARI,
CON VOLTO COPERTO, COME PURE È VIETATO PORTARVI ARMI CONVENZIONALI O NON;
6) NELLE ASSEMBLEE SI RICHIEDE DECORO E CORRETTEZZA PER IL BUON PROSIEGUO DELLE
STESSE; LE REGOLE DI OGNI ASSEMBLEA SONO ESPOSTE NEL REGOLAMENTO;
7) DURANTE LO SVOLGIMENTO DELLE ASSEMBLEE E DI TUTTE LE MANIFESTAZIONI, PER IL DECORO
ED IL RISPETTO DELLE STESSE, È VIETATO: L’USO DI SOSTANZE STUPEFACENTI DI QUALSIASI TIPO,
SPORCARE CON RIFIUTI ORGANICI E NON, BERE ALCOLICI;
8) CHIUNQUE SIA CHIAMATO A RICOPRIRE FUNZIONI, RUOLI ORGANIZZATIVI O RUOLI DI
RAPPRESENTANZA (IN PARTICOLAR MODO NELLA FASE INIZIALE DEL PROGETTO) NON PUÒ AVERE
TESSERA DI PARTITO, MOVIMENTO E/O ASSOCIAZIONE DI DERIVAZIONE PARTITICA; NÉ PUÒ
ESSERE ISCRITTA/O A ORGANIZZAZIONI SEGRETE E/O DI STAMPO SETTARIO, ONG OSSIA
ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE SOVRANAZIONALI DI STAMPO CHIARAMENTE
ANTINAZIONALE. LA PARTECIPAZIONE È SENZA VINCOLO RAZZIALE, SESSUALE, RELIGIOSO,
CULTURALE; DEVE ESSERE MORALMENTE IRREPRENSIBILE E NON ADUSO A SOSTANZE CHE
CREANO ALTERAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA CON DIPENDENZA (DROGHE, PSICOTROPI ED
ALCOOL);
9) I PORTAVOCE DELLE ASSEMBLEE RAPPRESENTANO, PER IL PERIODO STRETTAMENTE
NECESSARIO, LE ASSEMBLEE DI NOMINA ED AI LORO VOLERI SI DEVONO ATTENERE
STRETTAMENTE;
10) MODERATORE E SEGRETARIO SONO FUNZIONARI DELLA ASSEMBLEA E DA QUESTA SONO
NOMINATI TRA I PRESENTI AD OGNI RIUNIONE;
11) LE ASSEMBLEE COLLABORANO CON TUTTE LE AUTORITÀ PREPOSTE PER L’ORDINE PUBBLICO,
QUINDI NEL RISPETTO DELLA LEGALITÀ. IN TUTTE LE MANIFESTAZIONI INDETTE DALLE ASSEMBLEE
SI RICHIEDE RISPETTO PER AGENTI DI PUBBLICA SICUREZZA E PER LE LEGGI; È FATTO DIVIETO
ASSOLUTO DI DANNEGGIARE PROPRIETÀ PRIVATE O PUBBLICHE;
12) LA NATURA DELLE ASSEMBLEE È SPONTANEA, NESSUNA COERCIZIONE, NESSUN OBBLIGO. IL
RISPETTO RECIPROCO È FONDAMENTALE. L’ASSEMBLEA È DEMOCRATICA. LA COLLABORAZIONE
TRA TUTTE LE COMPONENTI DELL’ASSEMBLEA E LA MEDIAZIONE TRA LE PARTI È FONDAMENTALE,
ALTRETTANTO LO È L’ADESIONE ALLE SCELTE SOVRANE DELL’ASSEMBLEA;
13) QUESTO DOCUMENTO RAPPRESENTA UN ATTO DI RESPONSABILITÀ QUINDI, PER COLORO CHE
DECIDONO DI ACCETTARE IL CODICE ETICO E DI IMPEGNARSI NELLE ASSEMBLEE POPOLARI È FATTO
DIVIETO A PARTECIPARE AD ORGANIZZAZIONI SEGRETE O SIMILARI; OVE SE NE APPURASSE IL LORO
COINVOLGIMENTO SI AUTORIZZA FINO DA QUEL MOMENTO LA PROPRIA ESPULSIONE IMMEDIATA
ED INDEROGABILE.
QUESTO DOCUMENTO NON È DEFINITIVO ED È PASSIBILE DI CONTINUE MIGLIORIE DOVUTE A
SITUAZIONI CONTINGENTI O AD ESPERIENZE DIVERSE CHE SI AGGIUNGERANNO NEL PERCORSO
INTRAPRESO.
REGOLAMENTO TEMPORANEO ED DI INDIRIZZO
CARATTERISTICHE DEI COMPONENTI L’ORGANIZZAZIONE
Non possono avere tessera di partito, movimento e/o associazione di derivazione partitica; non
possono avere tessera di sindacato; non possono essere iscritti a organizzazioni segrete e/o di
stampo settario, ONG (ossia organizzazioni non governative) sovranazionali di stampo chiaramente
antinazionale; non vi è vincolo razziale, sessuale, religioso, culturale; devono essere moralmente
irreprensibili e non adusi a sostanze che creano alterazione dello stato di coscienza con dipendenza
(droghe, psicotropi ed alcool).
DECADENZA del MANDATO
Qualunque atto contrario a quanto stabilito dal Codice Etico e dal presente Regolamento costituirà,
irrevocabilmente, la decadenza del mandato e da qualsiasi funzione. Chiunque ed a qualunque
livello (anche il semplice Cittadino) potrà indirizzare al Comitato Esecutivo e di Garanzia (organo di
coordinamento e supervisione dell’operato di tutti) istanza di verifica. Nel caso di manifesta
responsabilità di atti contrari al Codice Etico ed al Regolamento la persona nominata a qualsiasi
ruolo o funzione perderà, definitivamente, la possibilità di partecipare a qualsiasi livello.
PARTECIPANTI ALLE ASSEMBLEE
la partecipazione alle assemblee non ha vincoli razziali, sessuali, culturali, religiosi, nella fase
iniziale non possono partecipare dirigenti, funzionari o, in generale, chiunque ricopra un ruolo o
funzione all’interno di partiti e di sindacati di sistema, cioè coloro i quali siedono al tavolo delle
trattative con gli organi di governo, passati e presenti; i suddetti possono però partecipare, come
liberi cittadini a titolo personale, ma non possono essere nominati portavoce, avere incarichi o
funzioni di qualsiasi tipo.
MANSIONI
PROMOTORI DI PRIMA ISTANZA
Sono i soggetti coinvolti per primi, quindi sono coloro i quali in un primo momento
diffondono il Progetto nei confronti di persone di loro fiducia (i futuri Promotori
Secondi o di Seconda Istanza) in modo riservato; eleggono, raggiunto un numero
congruo (80-100), tra di loro i componenti del Comitato Esecutivo e di Garanzia; nel
prosieguo lavorano insieme ai Promotori Secondi (o di Seconda Istanza) rispondendo
del loro operato sia al Comitato Esecutivo e di Garanzia sia alla Direzione Nazionale,
sono di collegamento all’interno della struttura operativa verificando il corretto
sviluppo delle attività fissate; sono componenti della Direzione Nazionale e da essa
direttamente dipendono; ciascun Promotore di Prima Istanza deve coinvolgere circa
8-9 Promotori di Seconda Istanza; sono persone di cultura, con carisma e
personalità, in grado sia di attrarre altri al Progetto, sia di organizzare il lavoro,
proprio e di altri, per quanto di loro competenza nel Progetto; tra i suoi doveri c’è
quello di coinvolgere e motivare il maggior numero di persone; non possono avere
tessera di partito, movimento e/o associazione di derivazione partitica; non possono
essere iscritti a organizzazioni segrete e/o di stampo settario, ONG (ossia
organizzazioni non governative) sovranazionali di stampo chiaramente antinazionale;
la partecipazione è senza vincolo razziale, sessuale, religioso, culturale; devono
essere moralmente irreprensibili e non adusi a sostanze che creano alterazione dello
stato di coscienza con dipendenza (droghe, psicotropi ed alcool); non sono eletti, ma
sono convocati, la durata della loro condizione di Promotore è strettamente legata
all’attuazione del Progetto ed al suo corretto prosieguo;
DIREZIONE NAZIONALE
Rappresenta il centro di raccordo e coordinamento delle attività di tutti i Promotori,
è il nucleo, il motore primo per l’attuazione del Progetto stesso; è composta da tutti i
Promotori, di Prima e di Seconda Istanza, Territoriali, Attivi e di Staff ha la finalità di
coordinare e controllare lo svolgimento degli eventi previsti e il lavoro delle singole
unità organizzative da essa immediatamente dipendenti, può sfiduciare con la
maggioranza semplice ogni componente di ogni unità e con maggioranza dei ¾, in
tutto o in parte, il Comitato Esecutivo e di Garanzia, sostituendo gli sfiduciati o
eleggendo ex novo l’intero Comitato; su richiesta motivata del Comitato Esecutivo e
di Garanzia può decidere lo scioglimento di tutta l’Organizzazione;
COMITATO ESECUTIVO E DI GARANZIA
Coordina e controlla su mandato della Direzione Nazionale le attività dal punto di
vista strategico e operativo per garantire la più funzionale attuazione del Progetto,
nella totale fedeltà ai principi ispiratori dello stesso, e la più nitida esecuzione delle
volontà formalmente espresse dalla Direzione Nazionale; seleziona, coordina e dirige
i responsabili delle unità organizzative che da lui dipendono riguardo alle attività e
manifestazioni di maggiore importanza e delicatezza, oltre che alla ricerca e raccolta
di informazioni sensibili utili al pieno e corretto conseguimento dei risultati; sono
componenti della Direzione Nazionale; si compone degli eletti tra i Promotori di
Prima Istanza, nella prima fase del Progetto, è garante del corretto prosieguo e la
fedeltà al Progetto originario, ha potere di riprendere, sanzionare, espellere
chiunque; i componenti sono revocabili dalla maggioranza dei ¾ della Direzione
Nazionale; è coadiuvato nell’attività dagli Ispettori Territoriali; riceve informative e
segnalazioni anche dai Promotori Attivi; informa delle sue decisioni tutti i
componenti della Direzione Nazionale ed, in particolare, tutte le unità organizzative
che da lui dipendono; il mandato ha una durata limitata da stabilirsi a discrezione
dello stesso Comitato, finalizzato al consolidamento del Progetto; i componenti sono
stabiliti nel numero di dieci; di seguito (ogni sei mesi dal primo insediamento) il
Comitato deciderà l’aggregamento di assistenti con possibilità di delega e, se la
funzione del Comitato e di tutta l’Organizzazione è esaurita, di chiedere di decidere
per lo scioglimento dello stessa alla Direzione Nazionale;
ISPETTORI TERRITORIALI
Persone scelte fiduciariamente dal Comitato Esecutivo e di Garanzia, da questi
chiamati sul territorio di appartenenza ad effettuare monitoraggi e controlli; ove
ritenuto necessario raccolgono testimonianze riguardo l’operato ed il
comportamento dei singoli e a fanno immediato rapporto allo stesso Comitato
Esecutivo e di Garanzia;
PROMOTORI ATTIVI
Sono coloro, tra i Promotori di Prima Istanza, che coordinano le manifestazioni e le
attività, in modo particolare le più delicate della fase finale, dell’area di territorio di
pertinenza; effettuano acquisizione e ricerca di informazioni utili al loro corretto
svolgimento; ripotano puntualmente di tutte le informazioni raccolte al Comitato
Esecutivo e di Garanzia; sono scelti dal Comitato Esecutivo e di Garanzia e sono
componenti della Direzione Nazionale;
PROMOTORI DI SECONDA ISTANZA
Sono coloro chiamati, assieme a quelli di prima istanza, ad organizzare nelle aree di
competenza e di appartenenza i presidi e le assemblee ed a divulgare il Progetto
stesso presso la popolazione;
STAFF LEGALE
Si compone di avvocati e giuristi, fornisce la consulenza necessaria per la corretta
attuazione sotto il profilo legale di ogni atto pubblico avente rilevanza giuridica;
nomina e revoca dei componenti è effettuata dalla maggioranza semplice del
Comitato Esecutivo e di Garanzia; sono componenti della Direzione Nazionale;
STAFF DI COMUNICAZIONE
Si compone di specialisti nel campo della comunicazione e propaganda e degli
strumenti per ottimizzarla, dirige e determina i contenuti e la forma della
comunicazione in ogni fase della dinamica operativa; i Promotori devono attenersi
ad essa ed utilizzare gli strumenti definiti con la massima aderenza, è sottoposto al
controllo del Comitato Esecutivo di e Garanzia, nomina e revoca dei componenti è
effettuata dalla maggioranza semplice del Comitato Esecutivo e di Garanzia; sono
componenti della Direzione Nazionale
SISTEMI INFORMATIVI
Si compone di specialisti nel campo dell’Informatica e del Web, identifica gli
strumenti più avanzati ed efficaci a supporto dello sviluppo del Progetto; definisce,
con il supporto di tutte le competenze coinvolte, il sistema informativo e il sito Web
e li sottopone alla validazione del Comitato Esecutivo e di Garanzia quantificando
puntualmente i relativi costi; realizza il sistema con particolare riguardo alla sicurezza
dei dati e ne garantisce l’efficienza l’aggiornamento e la manutenzione; nomina e
revoca dei componenti è effettuata dalla maggioranza semplice del Comitato
Esecutivo e di Garanzia; sono componenti della Direzione Nazionale;
PROMOTORI TERRITORIALI
Sono coloro chiamati, tra i Promotori di Prima Istanza e di Seconda Istanza, a
coordinare, organizzare, nelle aree di competenza e di appartenenza, i presidi e le
assemblee ed a divulgare il Progetto stesso presso la popolazione; operano in
costante collegamento con il Comitato Esecutivo e di Garanzia da cui dipendono;
sovraintendono il lavoro dei Responsabili dei Presidi, a loro è assegnata una specifica
singola area di territorio;
RESPONSABILI DEI PRESIDI
Cittadini presenti sui propri territori responsabili di coordinare e stimolare le attività
di diffusione tra la popolazione; effettuano volantinaggi ed informazione;
supportano i Promotori Territoriali nell’organizzare e controllare le manifestazioni e
le attività sul territorio; sviluppano la propaganda nella loro zona; rispondono
direttamente al Promotore di quel territorio; non sono eletti, ma sono convocati;
BASE LOCALE
Cittadini presenti sui propri territori che coadiuvano, per il tempo e le disponibilità a
loro possibili, i Responsabili dei Presidi nelle attività degli stessi di diffusione e
propaganda tra la popolazione del Progetto; rispondono direttamente al loro
Responsabile di Presidio; non sono eletti, ma sono convocati;
ASSEMBLEE
Tutte le Assemblee nella fase iniziale, hanno lo scopo di individuare i Portavoce delle
Categorie, Produttive e Sociali, e del Territorio che prenderanno parte all’Assemblea
di MacroArea e/o di conseguenza all’Assemblea Nazionale; lo scopo principale è
quello di creare un sistema di partecipazione e decisionale collettiva e popolare alle
attività dello Stato; l’Assemblea Nazionale è composta dai Portavoce delle varie
Categorie, Produttive e Sociali, e del Territorio provenienti dalle MacroAree;
l’Assemblea così composta è in seduta permanente, limitata al periodo necessario
all’attuazione del Progetto; tutte le Assemblee potranno avere come numero
massimo 3000 partecipanti, al di sopra di tale numero si dovrà considerare
l’opportunità di svolgere preventivamente Assemblee frazionate o MacroArea; il
numero minimo nelle Assemblee, per le Assemblee nazionali e di MacroArea, è di
100 partecipanti, mentre per tutte le altre è di 3 partecipanti; tutte le Assemblee
sono convocate tramite piattaforma virtuale o a chiamata diretta tramite sms o altro
strumento verificabile a posteriori, almeno tre giorni prima dell’evento, per le locali,
mentre di 10 giorni per quella nazionale; le Assemblee nominano, con votazione a
maggioranza semplice dei presenti: un moderatore, un segretario (che verbalizzi
tutto) ed, alla fine della stessa, un portavoce di categoria o del territorio; per
l’Assemblea Nazionale è previsto soltanto il moderatore ed il segretario;
ASSEMBLEE DELLE CATEGORIE PRODUTTIVE
Nucleo territoriale di partecipanti organizzati per Categorie di competenza
Produttive, futura base legislativa e politica del nuovo Stato, competenti per
tematiche economiche e del lavoro relative strettamente alle singole Categorie
Produttive; (sono assemblee relative all’area definita da quella del Territorio; le
Assemblee delle Categorie Produttive sono composte singolarmente dalle Categorie
Produttive vere e proprie, parte viva della Economia di un territorio);
ASSEMBLEE DELLE CATEGORIE SOCIALI
Nucleo territoriale di partecipanti organizzati per Categorie Sociali, futura base
legislativa e politica del nuovo Stato, competenti per tematiche economiche e del
lavoro relative strettamente alle singole Categorie Sociali; sono assemblee relative
all’area definita da quella del Territorio; le Assemblee delle Categorie Sociali sono
composte singolarmente da Categorie parallele (ad es.: le casalinghe) o ai margini
della attività produttiva (ad es.: i pensionati, gli studenti, i disoccupati);
ASSEMBLEE DEL TERRITORIO
Nucleo territoriale, assemblee relative ad un area ed ad una popolazione residente
piccola, che può essere il quartiere come un piccolo Comune; competente in materia
di tematiche territoriali, sociali, del Welfare, ecc., futura base legislativa e politica del
nuovo Stato a livello locale; elegge i propri Portavoce alle Assemblee d’Area
assegnandogli i temi che, non risolti su base locale, possono trovare soluzione in
Assemblee competenti su aree maggiori;
PORTAVOCE DELLE ASSEMBLEE
Eletti dalle Assemblee (Locali, di Area o Macro area) per incarichi presso le relative
Assemblee di Territorio, di Settore o Economiche Generali, di Area, Macro area o
Nazionale; non hanno alcun potere decisionale proprio, ma sono solo dei referenti
delle decisioni della propria Assemblea; i Portavoce sono nominati dalla propria
Assemblea di appartenenza, con voto a maggioranza assoluta dei presenti; il
mandato è di natura temporanea ed è strettamente legato alla volontà
dell’Assemblea di riferimento e da essa definito in ogni sua parte, anche economica e
di durata; il loro compenso e la loro durata sono stabilite di volta in volta dalle
Assemblee di provenienza; nella prima fase
PORTAVOCE DI MACROAREA
come sopra;
ASSEMBLEA NAZIONALE
Assemblea di tutti i portavoce del Territorio, Sociali e di Categoria, locali o di macro
area, l’estensione dell’area di provenienza dipenderà dalla partecipazione iniziale alle
Assemblee territoriali (è necessario saturare comunque i posti previsti e mantenerne
il più possibile l’eterogeneità idealmente fissata); ha un canale privilegiato di
comunicazione con il Comitato Tecnico/Scientifico che segnala e pone alla
discussione i temi e le materie di maggiore rilievo per la Nazione; le sue delibere
sono vincolanti per il Governo di Emergenza Nazionale purché siano in totale
rispetto del Progetto e dei suoi principi ispiratori;
COMITATO TECNICO SCIENTIFICO
Si compone delle migliori competenze reperibili, indispensabili per una corretta
gestione tecnico specialistica ed esposizione chiara dei temi di maggior rilievo da
porre con urgenza alla attenzione della Assemblea Nazionale e, quindi, a tutti i
cittadini; sono nominati su proposta del Comitato Esecutivo e di Garanzia e votati
dalla maggioranza dei ¾ della Direzione Nazionale;
GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE
Eletti dalla Assemblea Nazionale in base alla competenza come migliore espressione
delle competenze e della moralità tra i cittadini; non ha alcun potere decisionale
nella prima fase, quella di iniziale attuazione del Progetto, dove semplicemente
rappresenteranno le migliori istanze dell’Assemblea Nazionale, attenendosi
rigorosamente al Progetto; nella fase seguente, di transizione del potere politico
dello Stato, il Governo di Emergenza Nazionale avrà il dovere di attuare le delibere
dell’Assemblea Nazionale, amministrare il corrente e di indire ed organizzare le
Assemblee del Territorio, le Assemblee delle Categorie Produttive e delle Categorie
Sociali e le Assemblee Economiche Generali, le quali avranno pieno potere, così
come previsto dal Progetto; i partecipanti potranno essere anche non appartenenti
all’Assemblea Nazionale, ma devono essere comunque figure di spicco e di
riferimento della nostra Società; l’elezione dei singoli verrà effettuata dall’Assemblea
Nazionale; i nomi saranno spontaneamente proposti dalle Assemblee Locali e scelti,
infine, nell’Assemblea Nazionale; per ragioni pratiche nella prima fase i Ministeri
saranno individuati dal Comitato Esecutivo e di Garanzia; la durata del Governo di
Emergenza Nazionale è strettamente legata, come è per tutta l’Organizzazione,
all’attuazione del Progetto ed al suo giusto prosieguo.
Fondamenti e Schema
di
Democrazia Partecipata
Fondament
- Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotat di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri
in spirito di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distnzione alcuna, per ragioni di
razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politca o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o
di altra condizione. Nessuna distnzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politco, giuridico o internazionale del paese o del
territorio cui una persona appartene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi
limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi
forma.
Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradant.
Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno
diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale
discriminazione.
Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competent tribunali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui
riconosciut dalla costtuzione o dalla legge.
Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davant ad un tribunale indipendente e
imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonché della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.
Articolo 11
1. Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico
processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.
2. Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non
costtuisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella
applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.
Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua
corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali
interferenze o lesioni.
Articolo 13
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Articolo 14
1. Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.
2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reat non politci o per azioni contrarie ai fini e ai
principi delle Nazioni Unite.
Articolo 15
1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.
Articolo 16
1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o
religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
Articolo 17
1. Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.
Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e
la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento,
nelle pratche, nel culto e nell'osservanza dei rit.
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di
cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontere.
Articolo 20
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2. Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.
Articolo 21
1. Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentant liberamente scelt.
2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
3. La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritere elezioni,
effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione attraverso lo sforzo nazionale e la
cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali
indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Articolo 23
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacent condizioni di lavoro ed alla protezione contro la
disoccupazione.
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza
conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacat e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche
retribuite.
Articolo 25
1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantre la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con partcolare
riguardo all'alimentazione, al vestario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in
caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze
indipendent dalla sua volontà.
2. La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nat nel matrimonio o fuori di esso, devono godere
della stessa protezione sociale.
Articolo 26
1. Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali.
L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione
superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
2. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle
libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve
favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartre ai loro figli.
Articolo 27
1. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle art e di partecipare al progresso
scientfico ed ai suoi benefici.
2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivant da ogni produzione scientfica, letteraria e artstca di
cui egli sia autore.
Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciat in questa Dichiarazione possano essere
pienamente realizzat.
Articolo 29
1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
2. Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge
per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine
pubblico e del benessere generale in una società democratca.
3. Quest diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitat in contrasto con i fini e principi delle Nazioni Unite.
Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di
esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuno dei diritti e delle libertà in essa enunciat. -
N.B. Questo non vuole essere un trattato in materia di sociologia ma vuole essere uno sviluppo di un
pensiero logico partendo non da basi storiche o sociologiche, appunto, ma da basi antropologiche e
naturalistiche ed, in particolare, dal sentire di qualunque essere umano, così come sancito e
formalizzato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Definizioni e Diritti
Definizione dei Diritti di nascita dell'uomo.
(Dagli art.1, art.2, art.3, art.12, art.16, art.17, art.18, art.19, art.22, art.25, art.26, art.27, art.30)
È nozione comune che dal momento della nascita ogni individuo è libero e portatore di diritti.
Questi diritti sono tali finché non ledono la libertà e la dignità altrui.
È diritto fondamentale il soddisfacimento dei bisogni primari, quali:
- alimentazione;
- salute;
- dignità.
Tali diritti sono volutamente messi in questa sequenza in quanto il seguente comprende anche il
precedente.
Nel diritto alla salute è compreso il diritto ad una alimentazione sufficiente, completa e sana.
Nel diritto a vivere una vita con dignità e libera vi è il diritto a viverla in piena salute (per quanto natura
e scienza consentono). In questi diritti vi si trovano anche il diritto a vivere in un ambiente sano
(salute), il diritto ad un riparo e al proprio pudore e alla propria intimità, quindi ad una casa, ad
indumenti adeguati e dignitosi (dignità, appunto).
Questo però non è evidentemente sufficiente a completare il quadro dei diritti che ogni essere umano
sente propri, manca quello che lo definisce essere pensante e spirituale nella collettività:
- la libertà di esprimersi e di contribuire alla crescita materiale, spirituale, culturale non solo propria
ma, soprattutto, della collettività umana.
In questo ultimo diritto, comprensivo anche dei precedenti nella logica fin qui seguita, si trova il diritto
della libertà di esprimere il proprio pensiero, di avere pieno accesso alla conoscenza, di avere
opportunità di lavoro, di piena libertà di crescita sociale e materiale. Si trova anche il diritto alla libertà
religiosa e di culto, per garantire il proprio benessere e crescita spirituale. Ovviamente mai tutto ciò
può travalicare i precedenti, e più basilari, diritti degli altri. Non si può pensare di avere il diritto a
danneggiare la dignità altrui esercitando il proprio diritto di esprimere il proprio pensiero, come non si
può pensare che il proprio diritto alla salute possa essere esercitato a spese della salute altrui. Men che
meno si può pensare che il proprio diritto alla crescita materiale sia perseguito a danno della salute o
della proprietà altrui.
Comunità (estensione e sviluppo dei Diritti e dei relativi Doveri).
(Dagli art.1, art.2, art.3, art.12, art.15, art.16, art.17, art.21, art.22, art.27, art.28, art.29)
Fra i bisogni primari, e quindi diritto di ogni uomo, vi è quello di poter costruire una famiglia e vivere in
una Comunità, in una rete di relazioni sociali.
La Comunità come estensione delle stesse relazioni familiari (si pensi ai parenti) per garantirsi la stessa
protezione e solidarietà, anche se in misura minore.
La Comunità come gruppo in cui identificarsi sulla base di elementi comuni, sia genetici che culturali.
Nel concetto di Comunità basata sulla cultura si ritrovano anche la rete di amicizie che ognuno coltiva.
Nell'essere parte di una Comunità chiunque intende che da questo derivi il diritto a quella protezione e
solidarietà che è alla base dell'esistenza della Comunità stessa.
Da questo diritto applicato ad ogni membro della Comunità, distinto da se stessi, derivano i doveri
come appartenente alla suddetta Comunità. Doveri sia morali che materiali, come il dovere di garantire
la sicurezza altrui, ad intervenire quando questa sia messa in discussione o in pericolo e il dovere di
solidarietà quando altri diritti fondamentali, come la salute, sono negati da eventi della vita ad
appartenenti alla Comunità, con contribuzioni reali al fine di ripristinare lo stato, appunto, di diritto (ad
esempio, pagare le cure allo sventurato).
Dalla necessità di appartenere ad una Comunità derivano i doveri fondamentali di ogni uomo.
Ne deriva che è dovere di ogni uomo tutelare e proteggere attivamente, senza alcuna possibile delega
ad altri, gli interessi ed i diritti garantiti ad ogni appartenente della propria Comunità.
Ogni elemento di interesse comune deve essere inteso e trattato come elemento di proprio diretto
interesse, in quanto solo tale atteggiamento può rispettare l'accordo implicito tra i costituenti una
Comunità.
Chiunque non tenga un tale scrupoloso atteggiamento nei confronti della propria Comunità e dei
relativi interessi, compresi i beni materiali, non può dirsi appartenente alla Comunità ed esigere i diritti
derivanti.
Società e Stato.
(Dagli art.2, art.3, art.6, art.7, art.15, art.21, art.22, art.28, art.29)
Come somma delle singole Comunità e come Somma Comunità vi è lo Stato e/o, sopra questo, la
Società umana, potendosi anche estendere alla Comunità delle forme di vita terrestri (l'intero
ecosistema).
Lo Stato, quindi, non è un ente a se ma discende dalle singole Comunità al pari di quanto la Comunità
discende dai singoli individui appartenenti.
Lo Stato non ha diritti in se, se non quelli derivanti dai doveri delle Comunità e dei singoli individui in
quanto appartenenti ad esse.
Lo Stato esiste in quanto formato dai singoli individui con i loro bisogni fondamentali e i loro diritti
universali. Da tali diritti e bisogni, che la Comunità “Stato” è chiamata a tutelare e garantire, derivano i
doveri di ciascun appartenente, di ciascun cittadino.
Pertanto, in quanto cittadino, in quanto appartenente alla Comunità “Stato”, ciascuno è chiamato ad
assolvere ai propri doveri e a seguire il più da vicino possibile i suoi interessi in esso, condizionandone
attivamente le scelte, perché sono “cosa propria”, di sua proprietà.
Attuazione dei Fondament: Le Assemblee
La Democrazia.
Da quanto su riportato deriva che la naturale forma di controllo e direzione (Governo) di una Comunità
sia quella effettuata di comune accordo da tutti gli appartenenti alla stessa.
Non è, come tutti sanno, l'unica forma ma è l'unica che rispetti tutte le considerazioni e le basi del
diritto “naturale” universalmente riconosciute.
Del resto ogni forma di Governo può essere fatta discendere da questa.
Anche la Monarchia o la Dittatura possono essere intese come una cessione, permanente o meno,
estesa o meno, volontaria o meno, dei propri diritti.
Una tale forma di Governo della Comunità è detta “Repubblica” (res: cosa e publica: pubblica, ad
intendere che la stessa è fondata sulla gestione degli interessi e beni -materiali ed astratti- comuni). Se
esercitata da tutti gli appartenenti alla stessa è detta “Democrazia” ( Demos: popolo e Cratos: potere; il
secondo termine usato originariamente in senso dispregiativo di “soverchia” per indicare l'abuso
implicito di potere da parte della maggioranza).
La prima forma di Governo di una Comunità sufficientemente ampia ad opera degli stessi componenti
(Democrazia) pare risalga al periodo mesopotamico (3° millennio A.C.), comunque è certa la gestione
della res publica affidata principalmente ai cittadini (al civis romanus) nella Roma antica (509 A.C.).
Infatti ai cittadini era demandata la ratifica di tutte le leggi. Al Civis Romanus era data anche la
possibilità di proposta di leggi nelle Assemblee di appartenenza. Questa apparente ampia democrazia
era però limitata appunto al Civis Romanus e non a tutta la cittadinanza. Inoltre gli anziani e la classe
benestante si erano ricavati un maggior peso sia nelle Assemblee sia come possibilità di accesso al
Senato nel periodo della S.P.Q.R. (generalmente tradotto come Senatus Populusque Romanus - Senato
e Popolo Romano – ma anche Senatus Populusque Quiritum Romanus - Senato e Popolo Romano dei
Quiriti; Quiriti era il nome che il popolo di Roma dava a se stesso). Comunque, per antonomasia, la
Democrazia si intende essere stata attuata in Grecia a Chio (7° secolo A.C.) e, successivamente, ad
Atene nel 508-7 A.C.
Quel Governo era realizzato da una riunione periodica degli abitanti di Atene aventi diritto (si arrivò,
pare, a 50.000 su 350.000 abitanti) per discutere e decidere sui problemi più importanti e dare
indirizzo, anche con delle leggi, alla amministrazione della Città stessa.
La forma più ovvia di Governo di una Comunità è, dunque, l'Assemblea.
Da questa si è evoluta, in parte “ibridizzandosi” in una sorta di oligarchia, la forma di Governo in cui
l'esercizio dei propri diritti di controllo e direzione è dato in delega a pochi rappresentanti per un
tempo più o meno lungo, detta, appunto, “Democrazia Rappresentativa”.
Tale violazione concettuale dei doveri dei singoli con la delega, la cessione, è giustificata dalla difficoltà
di organizzare una assemblea plenaria di una moltitudine che possa discutere e decidere fattivamente
su singoli temi. La formula, anche troppo comoda, consente inoltre di non interessarsi della gestione
della “cosa pubblica”, cioè dei propri diritti, per un tempo più o meno lungo, lasciando l' “incombenza”
ai propri rappresentanti.
Come è evidente dai ripetuti casi di cronaca (ovunque molto frequenti negli ultimi tempi), questa
formula è rischiosa ed espone facilmente a storture irrisolvibili ed irrimediabili, in quanto formalmente
si può rinunciare e cedere anche diritti incedibili.
Con artifici verbali si può sancire, in apparente legalità, la perdita di ogni diritto.
I pochi rappresentanti possono anteporre altri interessi a quelli dei propri rappresentati e costruire
artificiosi percorsi di legge, apparentemente legittimi, con cui cedere qualunque cosa a favore dei
propri corruttori (morali o materiali).
Seppur più impegnativa l'unica forma non traviabile di Governo, di Democrazia, è quella della
Assemblea diretta, non mediata dalla cessione dei propri diritti a sedicenti “rappresentanti”.
Le Assemblee
Nella Società attuale, dall'enorme mole delle conoscenze consegue la necessaria specializzazione di
ciascun uomo, nella sua vita, solo in parte di queste.
Le diverse realtà del territorio e la storia dei singoli luoghi pongono di fronte al problema di costituire
delle Assemblee che possano fattivamente discutere e decidere su temi e problemi specifici.
Questa costatazione comporta la scelta di lasciare decisioni e discussioni sui singoli temi a chi su questi
ha competenza e concreto interesse.
Perciò non appare opportuno che le Assemblee siano costituite da soggetti poco interessati o di
passaggio ma solo da chi, ad esempio, sia operatore di un singolo settore dell'economia o sia abitante
di un determinato territorio.
Ora, in ogni territorio si possono realizzare differenti e distinte attività economiche.
Una singola realtà economica può, però, a sua volta interessare abitanti di territori anche differenti e
distanti.
Nel concreto ogni uomo vede realizzarsi la sua vita in due definiti ambiti: uno all'interno della propria
Comunità di residenza e della propria famiglia, uno all'interno del proprio ambito lavorativo, spesso
non confinato all'interno del proprio territorio di residenza.
Quindi ogni singolo uomo vedrà la propria appartenenza a due distinte Comunità: una sociale, del
territorio, ed una lavorativa. Perciò avrà interesse a partecipare necessariamente a due Assemblee, una
inerente ai problemi sociali, ambientali, del territorio ed una inerente ai problemi del proprio settore
economico di lavoro.
Le Assemblee per essere capaci di discutere e decidere di un dato tema devono necessariamente
essere limitate nel numero di partecipanti. Questo porta a due alternative:
- l'eventuale e deprecabile decisione della cessione dei propri diritti a qualcuno che li esercita a nome
di più individui (il “rappresentante”);
- la nomina di un portavoce pro-tempore, molto limitato nella durata e nei poteri, da inviarsi ad una
Assemblea che copra una area di territorio molto maggiore del proprio (si sceglie il territorio come
criterio di frazionamento delle Assemblee perché più semplice e logico).
Il portavoce, come dice il nome stesso, non ha capacità (o la ha molto limitata) decisionale o
propositiva ma è solo un latore di quanto deciso nella Assemblea che lo ha nominato.
Quindi anziché nominare tanti politici (i “rappresentanti”) ai vari livelli dello Stato a cui cedere
l'esercizio dei propri diritti per un tempo molto lungo, si nominano dei portavoce per tempi brevissimi
(con la possibilità di revoca immediata), tenendo per se, sia la capacità di proporre, sia la capacità di
decidere sui singoli temi.
Il tutto con tempi di discussione e di scelta del tutto comparabili, se non minori, con quelli attuali di
qualunque sistema “Parlamentare”, in quanto è basato sulla discussione con gente competente e non
faziosa (infatti non può accadere che non si decida, ad esempio, per causare un danno di immagine ai
propri avversari, non avendo di fatto più bisogno di curare l'immagine e di cercare il consenso).
Uno Stato basato sulle Assemblee dei cittadini differisce strutturalmente da quelli attuali unicamente
per la parte riguardante la direzione politica dello stesso. Con le Assemblee non si avranno
rappresentanti “tuttologi” che a seconda della legislatura e delle loro convenienze si trovino a decidere
di ambiti ed in materie di cui non hanno mai sentito parlare in tutta la loro vita precedente.
Spesso si solleva faziosamente la critica alle cosiddette forme “Dirette” di Governo di uno Stato, come
quella basata sulle Assemblee dei cittadini, che in tali forme di Governo hanno un “peso” eccessivo i
burocrati (si noti che anche le forme di democrazia “rappresentativa”, qual'è quella italiana attuale
“Parlamentare”, si basano su delle Assemblee ma solo di “eletti”, di scelti o, meglio, di imposti). Questo,
però, è vero se i vertici del sistema burocratico sono inamovibili o se non sono possibili forti sanzioni ai
dipendenti dello Stato. Ma è di tutta evidenza che questo non riguarda la forma di Governo ma regole
permissive che consentono abusi non facilmente sanzionabili da parte dello Stato. è spesso di attualità
la questione in Italia indipendentemente dal fatto che si sia in una “Democrazia Rappresentativa” di
tipo “Parlamentare”.
Le Assemblee e la Democrazia: le Minoranze.
La critica (presente nell'etimologia della parola “Democrazia” con il termine Cratos) in origine sollevata
contro le forme di Governo amministrate direttamente dal popolo, cioè che è una Dittatura della
Maggioranza, se pur non del tutto accoglibile, ha un suo fondamento soprattutto nel breve periodo.
Non è del tutto accoglibile poiché il popolo non è un soggetto cinico (anzi), distante dal vivere
quotidiano (le Minoranze vivono accanto, insieme a chi compone la Maggioranza) e stupido (tutti
comprendono che lo stato di Maggioranza o di Minoranza non è perpetuo, immutabile, quindi
facilmente ci si potrà trovare a ruoli invertiti nel tempo). Comunque, come anche previsto nella
Costituzione di molti Paesi (in particolare in quella italiana), si devono attuare delle strategie perché la
voce ed il peso delle Minoranze non si perda nelle Assemblee. Rifacendoci alle considerazioni
precedenti e alla necessità di istituire due tipi di Assemblee, quelle del Territorio e quelle del Lavoro, si
può evidenziare come non sia necessaria tale cautela relativamente a quelle del Territorio, che hanno
come membri i cittadini di un dato territorio, in modo indistinto e del tutto uguali seppur ognuno con le
proprie differenze e specificità. Mentre per quelle del Lavoro il problema si pone. Ci sono molte attività
lavorative che o sono di nicchia o sono state relegate in una nicchia della economia di un Paese dalla
evoluzione della tecnologia, dei costumi, dei consumi o delle leggi. Ma sono anche di nicchia, almeno
all'inizio, le nuove attività, i settori economici emergenti. Queste attività, seppur minoritarie e
scarsamente influenti sul piano economico in un dato momento, sono però un bagaglio di conoscenze
e di esperienza da usare a favore della collettività. Pare pertanto opportuno ritagliare, con strumenti
non discriminatori o penalizzanti nei confronti di chi fa parte della Maggioranza, uno spazio ed un peso
a tali realtà.
Potrebbe apparire adeguato ed opportuno, ad esempio, riservare alle Minoranze Economiche di un
dato Territorio uno spazio di rappresentatività nelle Assemblee di quel territorio del 5% riducendo
quello delle Maggioranze al 95%.
Il Termine “Maggioranze” non è qui inteso, per maggiore chiarezza, in senso di “maggioranza politica”
ma come sinonimo di “Rilevanti”, di “Maggior Peso” nell'Economia di un dato Territorio.
Le Assemblee del Territorio
Come detto sono la forma più ovvia di Assemblea, quella dei cittadini residenti in una data zona di
territorio. A questa regola generale, su cui si costruisce l'Assemblea di un Territorio, bisogna, però, dare
la possibilità di una “modulazione”. Infatti si possono stabilire che le Assemblee debbano tendere ad un
certo numero di partecipanti (quindi tali Assemblee comprenderanno il Territorio in base ai luoghi
contigui di residenza dei partecipanti), minimizzando le Assemblee e i relativi costi (economici e di
tempo), o debbano tutte insistere su aree di ugual misura, moltiplicando le Assemblee soprattutto su
aree poco popolate (si pensi alle zone montane o alle isole di piccola dimensione). Fatto salvo che ogni
Assemblea deve poter inviare il proprio portavoce alla Assemblea di area maggiore, la seconda scelta
porterebbe chi vive in zone poco popolate ad avere più “peso” nelle decisioni collettive dell'area
maggiore, mentre la prima porterebbe a perdere la “voce” di zone oggettivamente con realtà e
problemi molto differenti da quelli di altre zone. Pertanto la soluzione sta nel tenere adeguatamente
conto di ambedue le scelte limitando nel formare le Assemblee sia l'estensione del territorio (dando
l'estensione massima) sia il numero dei partecipanti (dando il massimo e, di preferenza o di regola, un
minimo).
Per loro stessa natura le Assemblee del Territorio sono competenti nelle materie inerenti il territorio,
come:
- Ambiente e Salvaguardia del Territorio;
- Assistenza Sociale nel Territorio;
- Gestione del Territorio e sfruttamento delle sue Risorse (Urbanistica, Sfruttamento Minerario);
- Gestione dei mari, delle acque e confini del Territorio;
- Imposte ai residenti nel Territorio;
- ed altro inerente questioni legate strettamente ad un dato Territorio.
Alle Assemblee del Territorio, per la loro conseguenziale funzione, possono non poter accedere tutti i
residenti ma solo quelli con selezionate caratteristiche (come la nazionalità italiana).
Comunque appaiono inaccettabili eventuali scelte basate su criteri differenti dalla nazionalità.
Le Assemblee del Territorio hanno un valore maggiore rispetto alle altre Assemblee Territoriali relative
(quelle Economiche), in quanto sono costituite dal popolo o dai suoi portavoce, quindi sono il punto di
riferimento su cui valutare ogni scelta.
Le Assemblee del Lavoro (o delle Categorie Produttive e Sociali).
Nello stabilire le specificità di queste Assemblee, non possiamo non notare che siano a loro volta
composte in due e ben distinti modi:
- quella di carattere generale che discute delle attività economiche di un dato territorio nel suo
complesso;
- quelle di settore economico, che discute di argomenti specifici di una data attività economica
presente in un territorio.
Appare a tutti evidente l'inutilità, ad esempio, in una Assemblea di Agricoltori della presenza e del voto
di persone impegnate nel Trasporto Pubblico. Questo non perché incapaci di discutere anche di
problemi non specifici del loro settore ma perché la loro non totale e piena conoscenza della realtà
lavorativa porterebbe a discussioni a volte inconcludenti, basate anche sul sentito dire, di certo capaci
di allungare i tempi di decisione della stessa Assemblea oltre che in grado di falsare le decisioni che
devono essere prese, per la natura stessa di quella Assemblea, a favore di chi è impegnato nel settore
per cui si è indetta.
Perciò ogni settore economico, ogni Categoria, deve avere la sua Assemblea.
Oltre a discussioni e decisioni da prendere sulle singole attività economiche, sicuramente, non essendo
queste isolate, autosufficienti e a se stanti, ci saranno questioni da dirimere che interessano più settori,
se non, a volte, tutti i settori. Perciò necessita istituire Assemblee che siano in grado di discutere delle
relazioni fra i vari settori e dell'andamento generale dell'economia di un dato territorio. Queste
Assemblee Economiche Generali Territoriali appaiono come poste in posizione superiore alla singola
Assemblea di Categoria Produttiva Territoriale, decidendo regole a cui tutti i singoli settori si devono
attenere. Per questioni numeriche di partecipanti anche qui è opportuna la scelta di inviare un
portavoce a partecipare, invece della collettività degli operatori di ciascun settore economico, anche
relativamente all'unità di territorio minima.
A questo punto sorge il problema del “peso” del portavoce di un dato settore economico
nell'Assemblea Economica Generale Territoriale. Perché, se è abbastanza facile stabilirlo per
l'Assemblee del Territorio che sono, tra l'altro, uniche in un dato territorio, il problema della rilevanza di
una data attività economica per il benessere (nostro perenne punto di riferimento) di un dato
territorio, non è cosa scontata. Stabilito tale criterio poi si deve dirimere il problema delle relative
Minoranze.
Dato che una attività impatta sul benessere di un territorio proporzionalmente a quanta ricchezza lascia
su quel territorio (una attività economica ha un senso compiuto se produce ricchezza materiale,
altrimenti non è una attività economica), si può prendere questo come parametro di riferimento. A
questa però bisogna sottrarre quanto di questa ricchezza rimane nelle mani dei proprietari
(eventualmente residenti), infatti, nel rispetto della totale libertà di ciascuno, questi potranno spostarsi
in altro luogo con tutti i loro beni mobili. Senza questa detrazione si lascerebbe spazio ad artifici a
danno della economia di un dato territorio, oltre che un indebito “peso” delle attività di speculazione
finanziarie pure.
Fatto salvo, quindi, questo logico criterio si deve trovare un modo per garantire le Minoranze
economiche.
Una Minoranza la si può indicare tale se non ha diritto in base al criterio su esposto a partecipare
all'Assemblea Economica Generale. Cioè se il suo contributo all'economia di un dato territorio è cosi
esiguo che non gli è attribuibile nessun posto fisico nell'Assemblea.
C'è, però, un aspetto di cui tenere conto, non si può assegnare più “peso” ad una Minoranza di chi fa
parte delle Maggioranze (intese in questo caso come non facenti parte delle Minoranze).
Molte procedure di calcolo possono essere scelte.
Un punto deve, però, essere chiaro, essendo il portavoce uno solo per quel determinato settore
nell'Assemblea, una attività economica di maggior rilievo non avrà più portavoce (cosa evidentemente
inutile) ma il suo portavoce avrà un “peso” del suo voto, in proporzione, maggiore rispetto ad altri.
Stabilito un criterio di calcolo per l'Assemblea Economica Generale Territoriale, questo può essere
trasferito, con eventuali opportune correzioni, alle Assemblee delle Categorie Produttive Territoriali,
per tenere anche lì conto delle realtà in difficoltà o delle attività appena iniziate.
Le Minoranze delle Minoranze non possono chiedere di essere tenute da conto, per il semplice fatto
che il discorso, oltre che a portare ad una artificiosa frammentazione per avere indebitamente
maggiore “peso” nel complesso, porterebbe ad un pesante ridimensionamento della capacità di
incidere nelle scelte della collettività di settori invece molto importanti (cioè di Maggioranza) per il
benessere della stessa.
Ai dipendenti e ai liberi professionisti si può assegnare interamente il valore del loro stipendio o del
fatturato lordo al netto delle tasse ed imposte non inerenti il loro territorio. Difficilmente, almeno nel
breve periodo, questi spenderanno i loro averi fuori dal loro territorio.
Alle Categorie Economiche in senso stretto bisogna, per un corretto quadro di insieme della Società di
un dato territorio, aggiungere le attività lavorative che non vedono riconosciute economicamente il
loro contributo al benessere economico collettivo (ad esempio le/i Casalinghe/i) o chi, suo malgrado o
necessariamente, è tenuto fuori dal mondo lavorativo propriamente detto, cioè i Disoccupati, gli Inabili,
i Volontari di attività Socialmente Utili, gli Studenti maggiorenni ed i Pensionati. Queste sono le
Categorie “Sociali”. Fatta salva la modalità di calcolo stabilita per i Dipendenti ed i Liberi Professionisti,
valida anche nei casi seguenti, il “peso” da attribuire a tali categorie è cosa relativamente facile, visto
che per le/i Casalinghe/i si ha una stima del contributo economico che danno al benessere della
comunità, così come per i Volontari. Per i Pensionati c'è il valore della loro pensione a darne il “peso”,
mentre per gli Studenti maggiorenni, i Disoccupati, gli Inabili, sarà il valore medio per quella fascia di
età e per quell'indirizzo di studio, una volta iniziata l'attività lavorativa, a stabilire il contributo
economico virtuale su cui calcolarne il “peso” nelle Assemblee.
Riprendiamo l'esempio precedente con la proposta di suddividere il peso rappresentativo in Assemblea
tra Minoranze e Maggioranze in 5% e 95% rispettivamente. Questo vuol dire che, presa la somma dei
singoli “pesi” calcolati come su indicato, si deve dividere il tutto per i teorici posti al massimo disponibili
in Assemblea, stabilendo così il valore in “peso” del singolo posto virtuale. Poi i “pesi” delle singole
Categorie Economiche (Produttive o Sociali) del Territorio (non i posti virtuali o il loro valore) vanno
moltiplicati per 0,95 (il 95%) e divisi per il “peso” del singolo posto virtuale, stabilendo così le Categorie
ultime delle Maggioranze in “peso” in Assemblea (quelli che uguagliano o superano di poco il valore
dell'unità). L'ultimo calcolo, per chiarezza, serve a definire appunto l'ultima, in “peso”, Categoria
Economica Territoriale che entra nel gruppo delle cosiddette Maggioranze. Il 5% dei seggi virtuali
(intero superiore) sono da assegnare alla Minoranze, perciò si assegneranno questi ai primi in “peso”
delle Minoranze attribuendogli pari “peso” nel voto dell'Assemblea relativa. Tale ultimo calcolo è uno
strumento di garanzia per le minoranze, non è una misura della loro incidenza effettiva sul Territorio,
perciò differenze tra questi non sono sensate. I seggi virtuali restanti sono da attribuire alle
Maggioranze. Questo equivale ad attribuire a queste ultime una percentuale di poco inferiore al 95%. Il
“peso” di ciascuna Categoria Economica in Assemblea, nel caso delle Maggioranze, è in proporzione al
suo “peso” Economico relativamente alla loro “rimodulazione” (il moltiplicare per 0,95 o poco meno,
come detto prima).
Rimangono, però, da evidenziare due questioni di non scarsa rilevanza:
1) I tempi di attribuzione dei “pesi” dei vari settori e su quale base temporale devono essere
determinati tali “pesi”;
2) Il caso in cui una Categoria Economica del Territorio ritenga di essere in qualche misura discriminato.
Appare evidente che, riguardo al punto 1), la rilevazione non possa essere in tempo reale, per ovvi
motivi di natura pratica. Per le attuali procedure fiscali, il tempo di un anno appare adeguato per avere
la disponibilità dei dati ufficiali necessari (dichiarazione dei redditi). Inoltre, per mettere al sicuro la
rappresentatività reale sul territorio dei vari Settori Economici dalle variazioni di mercato contingenti, la
valutazione del “peso” dovrà essere presa su una media dei “pesi” sui 5/7 anni precedenti (compreso
l'ultimo).
Il punto 2) si può concretizzare quando un Categoria Economica, delle Maggioranze o delle Minoranze,
ritiene che una decisione presa nell'Assemblea Economica Generale Territoriale non rispetti criteri di
equità e giustizia, configurando un abuso da parte delle Categorie Economiche che si sono coalizzate in
tale decisione. Oltre al naturale riferimento, che è la Assemblea Economica Generale Territoriale di
area maggiore, tramite i relativi portavoce, si deve poter avere un “giudice” nel Territorio stesso che
dirima tali questioni che potrebbero non trovare altra sede di discussione. Infatti se in genere il
Portavoce alla Assemblea di Categoria Territoriale di area maggiore esiste, non è detto che esista il
rappresentante Assemblea Economica Generale Territoriale di area maggiore. Potrebbe, infatti, essere
il caso, in quest'ultima Assemblea, di una Minoranza delle Minoranze, che come detto non ha diritto al
proprio Portavoce. Ribadendo che il nostro riferimento è sempre il popolo di un territorio e che ogni
scelta deve essere fatta tenendo conto degli interessi dei cittadini residenti, non si può che rimettere il
“giudizio” su tali questioni alla Assemblea del Territorio relativa. Questo, però, purché sia data la
possibilità, nel formulare la questione, di un giudizio netto (si/no) senza complicati arzigogoli di natura
tecnica che non sono propri alla suddetta Assemblea del Territorio.
Torniamo alle Assemblee Economiche Generali del Territorio. Per loro stessa natura sono competenti
nelle materie inerenti il territorio relativamente alle attività Economiche, come:
- Regolamentazione dei Settori Economici nel Territorio;
- Assistenza Pensionistica e Contributiva nel Territorio;
- Aiuti, Incentivi ed Agevolazioni in genere alle attività nel Territorio;
- Tassazione dei Redditi delle Categorie nel Territorio;
- ed altro inerente le attività Economiche e Sociali (Sociale nel senso su descritto) del Territorio.
Le Assemblee, rapporti tra le Assemblee.
Rimane da definire quali siano i momenti in cui i due tipi di Assemblee (del Territorio ed Economica
Generale Territoriale) hanno qualche tipo di rapporto, essendo le funzioni distinte, separate ed
autonome. Quelle di Settore Economico hanno i loro momenti di confronto reciproco in quella
Economica Generale Territoriale. Anche la gestione economica e finanziaria deve essere separata.
Nella gestione della “cosa pubblica” ci possono essere momenti, per esempio, in cui ai cittadini singoli è
chiesto uno sforzo in più per favorire o supportare una qualche attività economica emergente o in
difficoltà ma di importanza strategica nel quadro generale, o qualche attività economica del pubblico (si
pensi alle attività economiche come le Ferrovie, una volta in mano allo Stato e gestite come un ente
pubblico). Situazioni similari richiederebbero una imposizione fiscale per reperire i fondi, non solo alle
aziende e alle attività economiche in genere ma, anche, ai singoli cittadini. Similmente si possono avere
situazioni in cui, come le emergenze umanitarie o sanitarie del territorio, in cui lo sforzo economico
non può essere sostenuto solo dai singoli cittadini. Può essere, allora, anche chiesto un sostegno alle
attività economiche.
Questi sono solo alcuni esempi ma in generale si può dire che ogni qual volta si decida in una delle due
Assemblee di impegnare risorse o fare scelte non solo di propria pertinenza ma, per varie ragioni, di
pertinenza anche dell'altra Assemblea, questa deve essere posta al vaglio di quest'ultima e da essa
approvata.
A questa tipologia di occasioni si aggiunge il caso che sia necessario gestire, creare, sciogliere un Ente di
quel territorio. Per ogni Ente ci deve essere una amministrazione che deve essere decisa di comune
accordo tra le due Assemblee. Esempi possono essere il Sindaco e la Giunta di un Comune, il Presidente
di Regione e la sua Giunta, il Presidente del Consiglio dei Ministri e i suoi Ministri. Con procedure
lievemente differenti tutti questi devono essere scelti di comune accordo tra i due tipi di Assemblee. La
procedura base può essere sempre la stessa.
È evidente che questi amministratori non sono esattamente identici a quelli attuali, ad esempio in
Italia, in quanto per rispettare la totale autonomia e la supremazia assoluta delle Assemblee devono
essere immediatamente sostituibili senza alcuna penalità.
Si noti che oltre ai suddetti Enti dello Stato esistono altri Enti e società di proprietà del pubblico (come
erano AlItalia e Ferrovie). Anche se queste ultime operano in ambito Economico in senso stretto
bisogna mantenere la stessa filosofia per chi è chiamato ad amministrarle, in rispetto alle prerogative
delle Assemblee.
Infine si evidenzia come i singoli territori, per quanto piccoli siano, possono decidere di creare Enti o
società, sempre a loro totale carico, per coprire le più disparate necessità. Non solo, per effettuare
economie, risparmi, a favore del proprio territorio, possono decidere di sopprimerli o di fondersi
insieme a territori attigui.
Alle Assemblee del Territorio spettano, come già detto, i giudizi definitivi, che non hanno trovato
soluzione in altre Assemblee, su diatribe tra le varie Categorie Economiche del relativo Territorio.
Insomma, tutto deve essere in mano realmente ai cittadini.
Le Assemblee, le Decisioni e le Leggi.
Ogni Assemblea, per il principio di autodeterminazione di ogni Comunità, decide in merito al
territorio/settore economico di cui è competente. Pertanto decide delle leggi e dei tributi che i
residenti o chi opera in un dato settore economico in quel territorio è tenuto a versare alla collettività
locale come anche dei servizi locali dovuti dalla collettività al singolo. Le Assemblee decidono
liberamente anche i compensi per i propri Portavoce, la loro durata ed il loro mandato. Ovviamente le
Assemblee di MacroArea decidono per i territori relativi. Perciò leggi o decisioni prese in quelle sedi
sono vincolanti per tutti i territori relativi, anche se questi non hanno espresso parere favorevole. Le
leggi a qualsiasi livello, si formano unicamente su proposta e discussione delle Assemblee Locali di
base, cioè nascono e vengono formate sempre e soltanto su proposta ed accettazione dei singoli
cittadini nel loro complesso.
Le Assemblee, i Portavoce.
Dobbiamo fare una breve analisi dei compiti dei Portavoce. I Portavoce sono chiamati
fondamentalmente a riportare quanto deciso nella propria Assemblea di nomina alla Assemblea
Superiore o alla Assemblea Generale e viceversa. Il Portavoce alla Assemblea Superiore può essere
diverso dal Portavoce alla Assemblea Generale (nel caso delle Assemblee Economiche, ovviamente). Si
è Portavoce limitatamente al tempo necessario per compiere tale compito. Cioè, si è Portavoce solo
durante lo svolgimento delle Assemblee e si ha potere di svolgere il proprio incarico unicamente
durante queste. Perciò non si è Portavoce per tutto il tempo fino alla conclusione del proprio incarico
ma solo durante lo svolgimento dello stesso. Questo sta a significare che durante il resto del tempo si è
un semplice cittadino con le proprie incombenze quotidiane. Il supporto, i mezzi e la remunerazione
stessa per svolgere il proprio incarico, come anche le modalità ed i limiti, sono decisi dalla Assemblea di
nomina e sono interamente a carico della Assemblea di Categoria Economica del Territorio, o della
Assemblea del Territorio, di appartenenza. Ovviamente ci deve essere da parte dei futuri Portavoce una
preventiva accettazione e quindi un quadro chiaro dell'incarico prima della stessa nomina. In pratica
l'Assemblea di nomina deve discutere e decidere in merito alle varie questioni all'Ordine del Giorno,
fare a seguito una delibera chiara dei compiti del Portavoce che sarà nominato con tutto quanto di
relativo (limiti in cui agire, compenso, tempo di durata dell'incarico, spese riconosciute, supporto
professionale ammesso – consulenze -, personale in aiuto remunerato – comprese le relative spese-,
ecc.). Solo di seguito a questo sarà chiesto a chi fa parte di quella Assemblea (non ai presenti ma a tutti
gli aventi diritto) se vuole accettare eventualmente l'incarico. Raccolte le adesioni, tra queste si può
decidere chi sarà il Portavoce. L'incarico di Portavoce ha una durata limitata nel tempo, perciò esaurito
o il compito o la durata dell'incarico (o altro limite deciso nella Assemblea di nomina), il Portavoce
decade. Bisogna qui fare una puntualizzazione, tra i candidati all'incarico di Portavoce di una
Assemblea, essendo tutti potenzialmente idonei ad assolvere il compito, non è opportuno una elezione
diretta. Gli ateniesi antichi avevano ben individuato che dietro la formula candidatura-elezione vi
possono essere non poche insidie di “manovre” di soggetti interessati ed introdussero un elemento di
aleatorietà nell'assegnazione degli incarichi che potevano essere svolti da qualunque dei partecipanti
all'Assemblea. Allora era un dovere da assolvere, quindi era un sorteggio tra tutti gli aventi diritto a
partecipare all'Assemblea stessa. Qui, riconoscendo il diritto anche di non accettare l'incarico, si fa una
precedente cernita di quanti sono disposti a farsi carico dell'incombenza. Su questi si effettua un
Sorteggio. Il Sorteggio puro, però, essendo assolutamente casuale, potrebbe selezionare persone, sì
disposte, ma assolutamente inadeguate al compito. Ad Atene si rischiavano pene pesantissime per aver
svolto in modo inadeguato i compiti assegnati. Si può ovviare al problema selezionando tramite il
sorteggio un piccolo numero di persone su cui far scegliere alla Assemblea il più adatto al compito. In
pratica si esegue il sorteggio selezionando il 5% dei candidati all'incarico di Portavoce, con un minimo
di 3 persone sorteggiate, e su questi si chiede all'Assemblea di scegliere (nominare) il Portavoce.
Questa procedura garantisce sufficientemente la non prevedibilità finale dell'incaricato al ruolo di
Portavoce.
Lo Stato
Lo Stato e la sua Organizzazione.
Dato per assodata la forma politica Assembleare dello Stato, necessitiamo di analizzare cosa questo
comporta al livello di Organizzazione dello stesso.
In verità cambia molto poco.
L'Organizzazione attuale di qualunque Stato può rimanere la stessa, cambia solo chi da la direzione
politica.
Cioè devono essere sostituite tutte quelle strutture legate strettamente alla classe politica di un Paese.
Nel caso italiano andranno a dover essere sostituiti i Consigli Comunali, Provinciali, Regionali ed il
Parlamento. A questi si sostituiranno le due Assemblee territoriali (del Territorio e quella Economica
Generale Territoriale) che eleggeranno poi gli amministratori relativi.
Lo Stato, gli Amministratori.
Come già detto, lo Stato non può fare a meno di chi amministra per conto dei cittadini lo stesso. Gli
Amministratori rispondono alle Assemblee, senza alcun vincolo per queste. Questo sia che siano figure
equivalenti alle attuali figure politiche (quali Sindaci, Presidenti di Provincia o di Regione o, anche,
Presidenti del Consiglio dei Ministri) sia che amministrino società o Enti della Comunità, di qualsiasi
natura essi siano. Possono essere società o Enti di interesse di una data Categoria Economica (ad
esempio società di studio economico) o di un dato Territorio (ad esempio Enti di controllo
dell'Ambiente). Tutti questi chiamati a Dirigere non possono, con la loro nomina, limitare la totale
libertà e supremazia delle Assemblee di nomina.
Ovviamente una Società o un Ente relativo strettamente ad una Assemblea sarà strutturato e governato
come meglio aggrada ai cittadini della Assemblea stessa che lo costituisce e, pertanto, interamente a
carico dei cittadini stessi. Si ricordi sempre che sono le Assemblee di Base, cioè i singoli cittadini, a
proporre i nomi, le Assemblee Superiori possono solo mediare e fare una cernita su questi. Se la
Società, l'Ente, l'Istituzione riguarda più Assemblee, come proprio nel caso delle Istituzioni, la
procedura deve tenere conto della volontà di tutte le Assemblee coinvolte. Facciamo l'esempio del
Primo Ministro, il Presidente del Consiglio dei Ministri. Le Assemblee coinvolte sono due, la Camera del
Territorio e la Camera delle Attività Produttive, cioè le Assemblee massime al livello Nazionale (per
territori più limitati il discorso è identico, solo che ci si ferma a quanto relativo a quel territorio). Dai
cittadini, dalle relative Assemblee, vengono le proposte sui candidati alla carica di Primo Ministro. Sulla
rosa dei nomi selezionati dalle varie Assemblee dei territori e giunti alle due Assemblee Nazionali, tutti
nomi che hanno dato la propria disponibilità preventiva all'incarico, si sorteggiano un numero massimo
di 50 candidati per Assemblea su cui ciascuna seleziona, votando, possibilmente se disponibili, 10
candidati (i più votati, ovviamente). Questi andranno a formare una rosa di 20 candidati, sempre se
disponibili, 10 proposti dalla Camera del Territorio e 10 proposti dalla Camera delle Attività Produttive.
Si effettua su questa rosa di candidati nuovo sorteggio scegliendone 7. In votazione contemporanea (e
non congiunta) le due Assemblee Nazionali scelgono il candidato alla carica di Primo Ministro. I voti
delle due Assemblee sui singoli 7 candidati si sommano percentualmente alle Assemblee di
provenienza (si ricordi che i voti dei partecipanti alle Assemblee hanno pesi diversi). Quello che risulta
aver ricevuto sui 7 un punteggio maggiore viene nominato Primo Ministro (Presidente del Consiglio dei
Ministri). Il neoeletto Primo Ministro entro 7 giorni presenta l'elenco dei Ministeri previsto,
motivandolo nel dettaglio, e delle relative funzioni, competenze e capacità di spesa. Questa proposta
viene discussa ed emendata con proposte, anche parzialmente, alternative, mantenendone comunque
integrità e funzionalità, nei successivi 7 giorni dalle due Assemblee. Viene di seguito votata la struttura
del Governo Nazionale definitiva, punto per punto, emendamento per emendamento, con la stessa
modalità di calcolo del voto seguita per la elezione finale del Primo Ministro. Emendamenti che
presentino modifiche alla proposta di struttura di Governo con sostanziali differenze (come il numero
dei ministeri) del Primo Ministro vengono votate per prime. L'ordine delle votazioni deve essere
pensato per ridurre al minimo il tempo necessario allo svolgimento delle stesse. Su tale Struttura
definitiva il Primo Ministro presenta una rosa di tre nomi per Ministero su cui, sempre con la medesima
procedura, le due Assemblee votano. Qui, però, sorge la prima reale messa alla prova del neo eletto
Primo Ministro. Deve essere capace di comprendere da subito le volontà delle due Assemblee, una
sorta di “Fiducia” attuale, proponendo rose di nomi accettabili. Infatti i componenti le Assemblee non
sono obbligati ad accettare almeno uno dei nomi proposti per ogni rosa, potendo essere tutti e tre i
nomi proposti non graditi al proprio Territorio o Settore di provenienza. Non si può chiedere tale rosa di
nomi ai Territori o ai Settori poiché questi sono il gruppo di lavoro dell'Amministratore, cioè persone
che devono essere di sua fiducia e con lui compatibili. Le Assemblee del Territorio o Economiche
Generali possono ovviamente, successivamente, sfiduciare il singolo Ministro (o Assessore o Dirigente)
ma non fare le proposte dei candidati a tali incarichi. Tornando al caso dei Ministeri se sui tre nomi non
si raccoglie nel complessivo almeno il 50% dei consensi in ciascuna delle due Assemblee, questo
equivale ad un voto di sfiducia anche per il neoeletto Primo Ministro. Se invece le singole rose di
candidati ai vari Ministeri raccolgono più del 50% dei consensi in ciascuna Assemblea, i voti si
sommano in percentuale alle relative Assemblee e chi ha ottenuto un punteggio maggiore assume
l'incarico per i relativi Ministeri. Come detto i singoli Ministri, come gli Assessori ed i Dirigenti, possono
essere sfiduciati in ciascuna delle Assemblee e decadere. In tal caso la procedura di nomina si ripete
per il singolo Ministero con gli identici rischi per il Primo Ministro. Ciò che è stato detto riguardo al
Primo Ministro e al suo Governo si ripete parimenti per le nomine dei Presidenti di Regione e della
relativa giunta, come anche per i Presidenti delle Provincie o i Sindaci dei Comuni. Per le Società invece
si nominano solo gli Amministratori o i Presidenti dei CdA ma si possono sfiduciare o licenziare in
tronco Amministratori Delegati o i Dirigenti senza alcuna penalità per i cittadini del Territorio.
Tutti questi, comunque, in caso di allontanamento basato su notizie false potranno chiedere un
risarcimento in sede giudiziaria, ma non il ripristino delle loro funzioni. Eventualmente si verificasse
questa ipotesi sarà obbligatoria l'apertura di una inchiesta sui moventi e sui mandanti di tale crimine,
ben superiore alla semplice calunnia del singolo, perché a danno della Comunità tutta.
Le durate degli incarichi possono essere diverse, nel caso dei Ministri 5 anni (salvo revoca) può essere
opportuna.
Il Presidente della Repubblica
Elemento a se stante è il rappresentante (e questo è il caso di dirlo) dell'intero popolo di una nazione: il
Presidente della Repubblica. Qui ogni Stato attualmente gli assegna dei compiti ed adotta procedure,
per individuare chi deve ricoprire tale ruolo, a volte differenti. è un “rappresentante” in senso classico.
Rendere mutevole chi ricopre tale ruolo, a meno di rilevanti mancanze, è poco utile.
Nella visione di una Democrazia basata sulle Assemblee e nel rispetto delle prerogative di queste,
costui più che rappresentare l'Unità Nazionale, quindi del popolo e del territorio, e farsi Garante morale
della legalità e dell'etica, non può.
Perciò avrebbe delle funzioni leggermente differenti dagli attuali “Presidenti della Repubblica” (come in
Italia), per non sovrapporsi o non sottrarre funzioni che spettano unicamente alle Assemblee, cioè al
popolo stesso.
Come ogni cosa verrebbe indicato su iniziativa dei singoli cittadini e scelto, in base a queste
segnalazioni e su indicazioni di questi, dalla Assemblea del Territorio nazionale (che rappresenta la
totalità dei cittadini). Le Assemblee territoriali ai vari livelli scremano su tali proposte.
Al Presidente della Repubblica, però, non è solo demandato un ruolo di rappresentanza ma, nei
momenti cruciali, in quanto rappresentante dell'Unità del Popolo ha funzione attiva (come nei
malaugurati casi di guerra o altre vicende di pari gravità per la nazione), esercitando anche una azione
di responsabilità e di responsabilizzazione (deve poter posticipare per un tempo ragionevole le
decisioni delle Assemblee, ad esempio, per porre a più accurato giudizio quelle eventualmente prese
sull'onda emotiva).
Nel caso italiano, alla presenza del Presidente della Repubblica (non nelle sue mani), come
rappresentante dell'intero popolo, giurano i Ministri.
La durata dell'incarico appare adeguata quella di 7 anni.
La Corte Costituzionale
Un organo di garanzia che, anche se potrebbe apparire superfluo, è necessario è la Corte
Costituzionale.
Come il Presidente della Repubblica i membri devono essere indicati su iniziativa dei singoli cittadini e
scelti, in base a queste segnalazioni e su indicazioni di questi, dalla Assemblea del Territorio nazionale
(che rappresenta la totalità dei cittadini). Anche qui le Assemblee Territoriali ai vari livelli fanno una
cernita di tali proposte.
Numero dei membri e la loro durata possono rimanere quelli previsti attualmente nei vari ordinamenti.
Salve il cofondatore del PMT(Popolo Della Madre Terra) dove esercitiamo la libertà dell'uomo difendendo tutti i soprusi illeciti dello stato usando le leggi di diritto internazionale, positivo e naturale, visto che più o meno i principi sono gli stessi sarei molto interessato ad incontrarci, non ho trovato i vostri contatti, spero in un vostro riscontro la email: fra.cosenza@gmail.com
RispondiEliminape organizzare il territorio contattatemi , 333 2345665
Eliminaluciano_navarro@hotmail.com
Bla bla bla... un pò ripetitivo . Ma almeno rispondere ai commenti ? Io scrivo comunque . Comunque, a parte il fatto che cercate numeri , ma non state in mezzo ai numeri , perchè non date una mano nei territori di ognuno a fare numero , come vi dissi in passato ?
RispondiEliminaE poi , vi ricordo che la Costituzione , che al momento potrebbe tutelarci dal peggio , è solo un punto di partenza , perchè l' Unità d' Italia fu la prima truffa !
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